Giulio D Anna

Biografia

Sui primi anni vi sono scarse notizie. Vive certo a Palermo con la madre e con i fratelli e poi forse a Partinico, dove si reca più volte, stabilendovisi durante la seconda guerra mondiale, in un momento di inattività della Libreria che aveva con il fratello Giacomo D’Anna a Messina. A Partinico conosce la nipote del parroco, Santina Cataldo, che sposa il 10 aprile 1943. La coppia avrà due gemelle Giovanna e Giuliana. Intanto frequenta la scuola fino al Ginnasio a Partinico, continuando poi gli studi classici a Messina. Non completa però gli studi universitari, per dedicarsi al sogno della pittura. Con Palermo mantiene sempre i contatti da Messina, quando si dedica pienamente alla pittura vedendo nella capitale dell’isola il centro più vivo e dinamico nell’ambito delle arti figurative, soprattutto con la presenza dei futuristi: Vittorio CoronaPippo Rizzo e Antonino Varvaro, punti di riferimento nella sua attività artistica e del giovanissimo Renato Guttuso, che conosce alla fine degli anni venti, ma con il quale consolida l’amicizia intorno al 1932. La sua vita si articolò prevalentemente a Messina, dove si trasferì con il fratello maggiore al termine della prima guerra mondiale. Dedicatosi all’attività di libraio, occasione di incontri con l’ambiente culturale del tempo, nel 1931 D’Anna approdò alla prima personale presso la Galleria Vittorio Emanuele III. La mostra fu visitata da Filippo Tommaso Marinetti, che esprimendo il suo totale favore a proposito della produzione esposta, incitò l’artista a prendere parte alle principali mostre futuriste nazionali.

Fu il primo pittore messinese ad esporre alla XIX Biennale di Venezia nel 1934 ed alla II Quadriennale di Roma l’anno successivo, registrando anche la vittoria del primo premio tra i giovani artisti presso la Mostra d’Arte Coloniale di Parigi con il dipinto Lettrice futurista.

Quando l’artista scelse di allontanarsi dalla città di Messina nel tentativo di ampliare i propri confini, trovò numerosi ostacoli, primo fra tutti il fratello Giacomo, che gli impedì il trasferimento, mettendo un freno alla produzione artistica di Giulio. Egli, tuttavia, continuò a dipingere, grazie anche ai costanti aggiornamenti provenienti dai colleghi artisti, che gli permisero di mantenere contatti con mostre ed esposizioni, pur lavorando quasi esclusivamente per la libreria di famiglia.

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